Prevenire e limitare il "dolore alla milza" durante la corsa

“Male alla milza” durante la corsa

Tempo di lettura: 3 minuti

Ah, il “male alla milza”, quella fitta fastidiosa che ogni tanto ci strizza il fianco mentre corriamo! Parolacce a parte, un’altra domanda ci frulla probabilmente in testa: “perché?”

Perché fa “male alla milza”

…e perché continuo a scriverlo tra virgolette?

Le fitte improvvise che, a volte, ci prendono al fianco durante un esercizio aerobico intenso, sebbene estremamente comuni, sono poco conosciute dalla scienza. Dare unicamente la colpa alla milza potrebbe essere decisamente limitato e, spesso, pure sbagliato. Basti pensare che, altrettante volte, i dolori prendono il lato destro dell’addome – e da qui le lamentele di “male al fegato”!). Con grande sforzo di fantasia, gli inglesi danno a tutto lo stesso nome: Dolore Addominale Transitorio dovuto all’Esercizio (ETAP: exercise-related transient abdominal pain). Impariamo a conoscerli.

I dolori all’addome attanagliano prevalentemente gli atleti che svolgono esercizi aerobici troppo intensi rispetto al loro livello di allenamento, specialmente giovani (maschi e femmine allo stesso modo) che praticano sport con busto eretto e sottoposto a molti movimenti. Le ipotesi principali legano questi dolori sia alla milza stessa che ai muscoli vicini.

Da una parte, si sospetta che gli sforzi molto intensi richiedano più ossigeno ai muscoli, andando a privare la milza, che segnalerebbe la carenza con contrazioni nervose.

D’altra parte, si pensa che il dolore sia legato a spasmi dei muscoli del diaframma (quando sovraccaricati), o ancora a un’irritazione del peritoneo parietale (la membrana che riveste la cavità addominale e pelvica). Quindi non è una questione unicamente di milza, ma anche muscolare! 

Cosa aumenta il rischio di fitte e come prevenirle

Pur non sapendo bene perché, è stato notato che assumere bevande e cibi molto grassi e zuccherini aumenta il rischio di fitte addominali. Meglio, quindi non esagerare entro le due ore (circa) dall’allenamento o dalla gara. 

Chi non si riscalda a dovere soffre, in media, di più fitte; anche fare esercizi a basse temperature sembra aumentarne la frequenza. Meglio scaldare bene il core, quindi, sia coprendosi bene che rispettando le routine di riscaldamento pre-corsa. 

Uno scarso livello di allenamento è un altro fattore di rischio. Mai partire a cannone cercando di fare sforzi a cui non si è abituati: tra i vari danni che provocheremmo al nostro corpo, ci sono anche le fitte addominali. Prestare invece attenzione a progredire in modo graduale. Nonostante nessuno sia completamente immune dalle fitte, sono molto rare negli atleti allenati.

È una buona cosa anche imparare a respirare “bene”, evitando respiri brevi e intermittenti che non forniscono grandi quantità di ossigeno e vanno pure a stressare il diaframma.

Infine, va allenato a dovere il core, quell’insieme di muscoli di addome e schiena che aiutano a sostenere la colonna vertebrale e gli organi attorno al peritoneo e alla milza. Se vengono abituati a sostenere sforzi, avranno bisogno di meno risorse e resisteranno meno allo stress, con conseguente diminuzione delle fitte addominali.

Come farle passare

Siamo arrivate al segreto di Pulcinella: le fitte passano se si rallenta e ci si riposa un attimo. Sebbene sia estremamente fastidioso durante una gara, nel corso di un’attività motoria normale possiamo sempre fermarci un paio di minuti, facendo respiri profondi “di pancia”, allungando i muscoli del fianco e piegandoci leggermente in avanti. Il dolore scompare da solo dopo poco tempo e, se non ricominciamo a cannone, non dovrebbe tornare per un po’.

Se proprio non si potesse fare a meno di continuare a muoversi (magari durante una gara di corsa su strada), rallenta e premi il punto dolente con un pugno. Fai respiri profondi e, a ogni respiro, premi un po’ di più finché non passa. Poi, però, dosa le forze (e non esagerare mai: il dolore è sempre una sentinella di qualcosa che non va).

Attenzione attenzione: se il dolore non dovesse passare in fretta e da solo, potrebbero esserci altri problemi in corso. La milza è un organo piuttosto delicato. Un dolore continuo e improvviso, che si prolunga anche oltre l’allenamento, può far presagire qualche danno: parlane subito col medico.

Per concludere

Dopo tutto questo panegirico, il nocciolo è: continuiamo a tenerci il dubbio e usiamo rimedi “casalinghi”. Infatti, i dolori addominali e ai fianchi sono ancora abbastanza misteriosi; anziché “mal la milza”, sono probabilmente un sintomo comune dovuto a più fattori, o avente più cause legate sia agli organi che ai muscoli. Vista l’attenzione che, ormai, si dà alle performance sportive, è probabile che verranno sempre più studiati, e potremo presto ottenere – finalmente – una risposta definitiva. Nel frattempo, ci possiamo comunque arrabattare col poco che si sa per prevenirli e risolverli.

Bibliografia

[1] Morton, Darren, and Robin Callister. “Exercise-related transient abdominal pain (ETAP).” Sports medicine 45.1 (2015): 23-35.

[2] Shephard, Roy J. “Responses of the human spleen to exercise.” Journal of sports sciences 34.10 (2016): 929-936.

[3] Mayo Clinic Health System staff, “Q&A: The science behind weird body reactions”, Mayo Clinics, 27/07/2018

[4] Duncan, Lynn A. “Unraveling Side Stitches.” The Physician and Sportsmedicine 29.4 (2001): 66-66.

gothamsiti
alfred@gothamsiti.it