Breve storia dello sport
Sommario
Tutti qui a parlare di sport, ma non è che sia un’attività scontata o interpretata nello stesso modo nei secoli. Eppure, nonostante visioni e modalità differenti, l’esercizio fisico volto a superare se stessi e altri avversari, in scenari competitivi, è stato sviluppato un po’ da tutte le civiltà umane. In queste poche righe, ripercorriamo quindi l’evoluzione dello sport nei millenni.
Cos’è lo sport?
E già partiamo male: rispondere è piuttosto complicato! Non c’è una definizione univoca, riconosciuta e universalmente condivisa da tutti. Una caratteristica comune di tutti gli sport è la possibilità di stabilire una classifica dei partecipanti, seguendo regole e usanze codificate che ne determinano la regolarità; ma poi?
Normalmente si identifica nello sport un’attività fisica o gioco organizzato, che aiuti a sviluppare capacità fisiche e psichiche, tendenzialmente praticato per diletto o con una componente agonistica. Va da sé che questa è una descrizione molto generica, che non va bene per tutto ciò che comunemente chiamiamo “sport” (ad esempio, cosa succede quando uno sport è anche un lavoro? E quanto deve essere preponderante la componente fisica?). Tutti questi chiaroscuri generano infiniti dibattiti se, per esempio, gli e-sport sono “veri sport”, o cosa farne degli scacchi o della pesca sportiva.
La risposta facile è quindi: trattasi di sport ciò che consensualmente viene chiamato “sport” ed è promosso come tale da un numero sufficientemente grande di persone da convincere gli altri.
Lo sport antico
Sono numerosissime le testimonianze che l’essere umano, fin dalla preistoria, ha voluto cimentarsi in prove atletiche che non fossero orientate direttamente a procurarsi cibo o riparo. Probabilmente, le prime prove sportive erano allenamenti per migliorare le tecniche di caccia o di sopravvivenza. Non sorprende, quindi, che le più antiche tracce paleolitiche rappresentino uomini intenti alla lotta, al nuoto o al lancio di oggetti. Parliamo di pitture antiche anche 15.000 anni, trovate in Francia, Mongolia, Egitto e anche Giappone.
Man mano che le civiltà diventavano complesse, allo scopo di allenamento si sovrapponevano altre idee. In particolare, lo sport diventava pian piano una forma di confronto o offerta alle divinità: 3000 anni fa, il sumero Gilgamesh faceva la lotta con Enkidu; l’antico Egitto organizzava competizioni di giavellotto, atletica e lotta per il Faraone; i Micenei, circa 1000 anni prima di Cristo, gareggiavano in giochi sportivi durante le cerimonie funebri.
Circa duemila anni fa nascevano anche gli sport di squadra, e quelli con strumenti come bastoni e palle, dall’Irlanda alla Scozia, passando per la Persia, la Cina e la Corea. Ci sono anche alcune (poche) prove fossili di giochi sportivi in Nord America, millenni fa abitata da tribù nomadi che non hanno lasciato molte tracce documentate.
Lo sport per eccellenza (e per “mito”), però, nasce in Grecia. Nel 776 a.C., a Olimpia, viene documentata la prima Olimpiade, il primo evento sportivo organizzato, documentato e ripetuto di cui si ha conoscenza – e che ha ispirato tutti gli altri. L’importanza delle Olimpiadi – che riunivano numerosi eventi di atletica, lotta, equitazione e lanci – era tale da scandire il calendario e da fermare, momentaneamente, i conflitti armati. Le Olimpiadi erano dedicate alla celebrazione di Zeus; furono quasi esclusivamente maschili, ma ad esse si affiancarono i giochi Erei, eventi femminili dedicati a Era a partire dal sesto secolo a.C.
Le Olimpiadi ispirarono anche i giochi sportivi romani, e si tennero fino al 393 d.C., quando questa fusione di attività fisica e religiosa venne messa al bando dall’imperatore cristiano Teodosio (anche se, a dirla tutta, erano già in declino da tempo a causa di corruzione, sicurezza e accuse di idolatria).
Medioevo e Rinascimento
Con l’avvento del Cristianesimo in Europa, lo sport perse la sua funzione religiosa ma mantenne un legame forte con le festività locali, dando possibilità di sfogo e svago alle società rurali e cittadine che andavano formandosi, e dando opportunità di provare il proprio valore militare in contesti pacifici. Con i tornei medievali, vennero regolarizzati i premi (anche in denaro) ai vincitori.
Già durante il Rinascimento, inoltre, i medici raccomandavano la pratica sportiva per i suoi benefici fisici e fisiologici sul corpo umano. Dopo il proliferare di sport tendenzialmente caotici e spesso violenti (non solo le mischie militari, ma anche il calcio Fiorentino, per dirne alcuni), in questo periodo si cerca di regolamentare e “pacificare” gli sport, associandoli a un’idea di tempo libero e divertimento. Nel frattempo, nel resto del mondo, gli sport continuavano a mantenere la loro funzione “tradizionale” di viatico per il benessere corporeo (ad esempio il Tai Chi in Cina) o per la divinità, magari come sostituto della guerra (il gioco della pelota in Centro-Sud America). Venivano anche sviluppate le forme tradizionali di lotta, incorporandole in regole codificate e insegnate da apposite scuole, che ne tramandava la tradizione e affinava le tecniche, in un ibrido tra sport e disciplina guerriera (ad esempio, il Silat in Indonesia).
Età moderna e contemporanea
A partire dall’Illuminismo, e poi attraverso le Rivoluzioni Industriali, il Novecento e fino ai giorni nostri, l’idea di sport Occidentale si è progressivamente imposta come idea generale di “sport”, che perde gradualmente gli ultimi connotati religiosi e aumenta la funzione di intrattenimento organizzato, spesso sostenuto dalle associazioni mediche per l’igiene fisico e morale. Gli sport di massa diventano preponderanti durante la Rivoluzione Industriale, mentre i mass media hanno stimolato la nascita di professionisti dello sport.
La progressiva sistematizzazione di regole e federazioni, unita al colonialismo europeo, ha consentito allo sport europeo di diffondersi in tutto il mondo, a volte ibridato con forme locali di attività fisica (è il caso del Lacrosse canadese) o reinventato dalle nuove generazioni – la pallavolo che nasce negli Stati Uniti, o il padel recentemente (1962) inventato in Messico.
Le moderne invenzioni hanno poi permesso di estendere la competizione mediata da regole anche ad altre attività, che hanno via via abbracciato le nuove tecnologie: pensiamo alle gare in bicicletta o con mezzi a motore. Gi scopi per cui si pratica sport sono pure evoluti: si passa dal puro intrattenimento, alla ricerca di una “fuga” dalla routine, alla costruzione del fisico da sfoggiare, agli obiettivi di benessere personale e prevenzione fisiologica e mentale.
In conclusione
Il concetto di sport è cambiato moltissimo nei millenni in cui è stato praticato da uomini e (in misura purtroppo minore) donne. Le ragioni per fare sport sono cambiate, come anche i mezzi e le modalità, spesso assecondando cambiamenti sociali, politici e culturali. Lo sport, quindi, non è qualcosa di immutabile, ma una delle rappresentazioni più durature della fantasia umana. Qualunque sia la ragione per cui pratichi sport, oggi, sii quindi orgogliosa di partecipare a una della attività che ci rendono umani e che, siamo sicuri, non smetterà di evolversi.
Bibliografia
[1] J.A. Maguire, A. Guttmann, D.C. Rowe, “Sports”, Enciclopaedia Britannica, 06/2023
[2] Treccani, “Sport”, aggiornato al 20/06/2023
[3] Crowther, Nigel B. (2007). “Sport in Ancient Times. Praeger series on the ancient world”, ISSN 1932-1406. Westport, Connecticut: Greenwood Publishing Group. p. xxii. ISBN 9780275987398.
[4] Donn F. Draeger (1992). “Weapons and fighting arts of Indonesia”. Rutland, Vt. : Charles E. Tuttle Co. ISBN 978-0-8048-1716-5.
[5] Wikipedia, “History of Sports”, aggiornato al 20/06/2023
[6] Real Academia Española y Asociación de Academias de la Lengua Española, “pádel”, in Diccionario panhispánico de dudas, Madrid, Santillana, 2005
[7] Wikipedia, “Giochi olimpici antichi”, aggiornato al 20/06/2023