Allenarsi e prevenire gli infrotuni

Contro gli infortuni sportivi per bambini e adolescenti

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Abbiamo parlato di come prevenire gli infortuni sportivi nella popolazione adulta in un altro articolo. La questione è ancora più delicata per bambini e adolescenti, perché hanno un fisico ancora in fase di formazione e sono spesso più esposti a movimenti scoordinati. Inoltre, troppo spesso, un infortunio in tenera età costringe l’atleta a ritirarsi o disinnamorarsi della pratica sportiva, con notevoli svantaggi per quando crescerà. Vediamo allora alcuni consigli per limitare il rischio di infortuni.

Consapevolezza

Il dialogo con il giovane atleta va di pari passo all’allenamento. Deve essere chiaro che la fiducia è reciproca, e che se qualcosa non va o si prova dolore, va detto subito senza cincischiare o provare vergogna. Alcuni bambini sono tenaci e resistono al dolore, il che può portare a una condizione più grave che avrebbe potuto essere prevenuta con un intervento precoce. Parlare apertamente aiuta a identificare subito elementi di fastidio e ad intervenire se necessario.

Se i genitori o gli allenatori notano un cambiamento nella tecnica del loro atleta, come una zoppia durante la corsa, un lancio diverso o uno sfregamento della gamba durante l’attività, dovrebbero ritirare l’atleta dal gioco. Se i problemi persistono, i genitori dovrebbero richiedere una valutazione per il loro bambino prima di tornare all’attività. Non si tratta di ipocondria o eccesso di zelo, ma di una lucida valutazione che qualcosa non va. Gli atleti potrebbero modificare il modo in cui fanno le cose a causa del dolore, aumentando le possibilità di procurarsi un infortunio più grave.

Preparazione

Magari dopo le vacanze estive o invernali, o all’inizio della loro attività sportiva, i piccoli atleti e le piccole atlete dovrebbero avere un breve periodo di preparazione atletica basilare e “di riscaldamento”, prima di ricominciare a cannone le loro solite attività. Questo aiuta a recuperare una condizione fisica adeguata a sostenere gli sforzi.

Allo stesso modo, va stressata l’importanza del riscaldamento. È vero, spesso è la parte più noiosa di un club sportivo; eppure il riscaldamento e lo stretching sono importanti tecniche di prevenzione che dovrebbero diventare un’abitudine per tutti gli atleti.

Un mix di stretching statico e dinamico durante il riscaldamento aiuta a scaldare i muscoli e prepararli al gioco. I tocchi di punta e gli allungamenti, in cui si mantiene la posizione per un certo periodo di tempo, sono considerati statici, mentre i jumping jack e gli allungamenti in cui il corpo continua a muoversi durante lo stretching, sono considerati dinamici.

Fa parte della preparazione anche l’utilizzo di attrezzatura adeguata e non logorata, che previene l’insorgere di numerose problematiche da sforzo, frizione o usura (ad esempio, la tallonite giovanile a causa di suole delle scarpe deteriorate).

Imparare la tecnica

Per diventare campioni, ci sarà tempo quando avranno terminato lo sviluppo muscolare, intorno ai 20 anni. Da giovani, è importantissimo imparare la giusta tecnica in ogni gesto sportivo. In ogni sport c’è un modo corretto e un modo sbagliato di fare le cose. Farle sbagliate, anche solo per spacconeria, può esporre ad infortuni (oltre a diminuire l’efficacia del gesto, nella maggior parte delle volte). Anche i gesti più “semplici” e apparentemente intuitivi, come i sollevamenti dei pesi durante lo squat, vanno controllati, e prima si impara la giusta esecuzione meglio è.

Variare e riposare

Andrebbe incoraggiato l’allenamento incrociato e la varietà degli sport. È importante che i giovani atleti cambino gli sport o le attività che praticano, e vengano esposti a diversi stimoli.

Da una parte, questo consente di non sollecitare continuamente gli stessi muscoli e le stesse articolazioni; dall’altra, permette di ampliare il bagaglio di movimenti nell’arsenale dell’atleta, a cui potrà attingere anche se dovesse specializzarsi e diventare un professionista. Ad esempio, l’agilità nel salto della pallacanestro potrà formare la base di un saltatore in alto (l’olimpionico Tamberi insegna).

I genitori dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di limitare il numero di squadre in cui i loro atleti sono impegnati in un determinato momento e di cambiare regolarmente la routine, in modo da non sovraccaricare continuamente gli stessi muscoli.

E non va mai dimenticato il riposo: gli atleti e le atlete di tutte le età hanno bisogno di riposare tra allenamenti, partite ed eventi. La mancanza di sonno e l’affaticamento muscolare predispongono gli atleti a infortuni. In effetti, le lesioni più comuni riscontrate nei giovani che fanno attività fisica sono lesioni da uso eccessivo: troppi sport e poco riposo. In quest’ottica, i genitori dovrebbero anche pianificare una “off-season” per il loro atleta, dandogli il tempo necessario per recuperare prima della stagione successiva, magari con sane vacanze al mare.

Alimentazione e idratazione

Per gli atleti è importante seguire una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, oltre ad un equilibrato apporto di proteine e grassi, mantenendo un programma alimentare regolare. Per esempio, fare colazione, pranzare e cenare ogni giorno alla stessa ora. Una dieta bilanciata aiuta a mantenersi in forze e crescere sani, oltre ad evitare cali calorici in un’età in cui si brucia tantissimo.

L’idratazione è importantissima in generale, e in particolare nella stagione calda. I malori sono un problema reale per gli atleti, soprattutto nelle giornate calde e umide. I genitori devono assicurarsi che i loro figli abbiano acqua a sufficienza prima, durante e dopo il gioco e devono prestare attenzione a qualsiasi segno di malattia legata al caldo, tra cui affaticamento, nausea, vomito, confusione o svenimento.

Un ragazzo non è un piccolo adulto

Un giovane atleta è un individuo in pieno sviluppo, con necessità particolari in una fase delicata della crescita. Trattarlo come un “piccolo adulto”, ad esempio proponendo sessioni ultraspecifiche di allenamento o pretendendo una professionalità inutile, rischia di provocare danno duraturi al fisico (ad esempio microtraumi ai giovani “maratoneti”) e alla motivazione (pensiamo allo stress psicologico, causa indiretta di numerosi infortuni). Rispettare i tempi e i bisogni dei figli e delle figlie li renderà migliori atleti, anche se non dovessero seguire i genitori nei loro stessi allenamenti.

Bibliografia

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[2] John Hopkins Medicine, “10 Tips for Preventing Sports Injuries in Kids and Teens”, https://www.hopkinsmedicine.org/health/conditions-and-diseases/sports-injuries/10-tips-for-preventing-sports-injuries-in-kids-and-teens, aggiornato al 05/07/2023

[3] LaBella, Cynthia R., and Gregory D. Myer. “Youth sports injury prevention: keep calm and play on.” British journal of sports medicine 51.3 (2017): 145-146.

[4] Verhagen, Evert ALM, Maartje M. van Stralen, and Willem Van Mechelen. “Behaviour, the key factor for sports injury prevention.” Sports medicine 40 (2010): 899-906.

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