ansia e tensione muscolare

Ansia e tensione muscolare sono collegate?

Tempo di lettura: 5 minuti

Ti sarà capitato di avere una giornata impegnativa e alla fine sentire il collo magari più “rigido”, o di svegliarti la mattina con male alla mandibola per aver digrignato i denti durante il sonno. E se lo racconti ti chiedono: ”ma è un momento in cui sei stressato? O in cui hai molta ansia?”

In questo articolo cercheremo di vedere se e quale relazione realmente c’è tra ansia e tensione muscolare. 

Non ti voglio tenere sulle spine più del necessario quindi leggi oltre. 

Ansia e tensione muscolare: partiamo dalle basi

Ansia

In questo articolo non parleremo di ansia diagnosticata da una figura medico-sanitaria, ma dell’ansia che si può provare quotidianamente. 

L’ansia è un segnale di attenzione biologico che mette il corpo in condizione di reagire mentalmente e fisicamente a delle situazioni potenzialmente pericolose. L’ansia a differenza della paura è una emozione che è orientata al futuro, la minaccia è più velata rispetto alla minaccia che ci porta ad aver paura. Se ti trovassi davanti a un leone l’emozione che proveresti è paura. L’agitazione che si prova la notte prima di un esame, come quello di maturità, ecco quella è ansia. Entrambi i casi (il leone scappato dalla sua gabbia o l’esame di maturità) possono scatenare una risposta fisica: i muscoli entrano in tensione, il battito cardiaco aumenta, aumenta la sudorazione. Questa risposta si chiama risposta del “combatti o fuggi” ed è messa in campo dal sistema nervoso autonomo. 

Sistema nervoso autonomo

Facciamo una piccola divagazione, che può esserti utile per capire bene. Il sistema nervoso autonomo è costituito da due sistemi che hanno funzioni opposte: il sistema del “combatti o fuggi” e il sistema del “riposa e digerisci”, che si chiamano rispettivamente sistema nervoso simpatico e sistema nervoso parasimpatico. I neuroni che fanno parte del sistema nervoso autonomo innervano organi interni e ghiandole, permettendo a tutto l’organismo di prepararsi a situazioni di pericolo facendo in modo, tra le altre cose, che il cuore pompi una maggior quantità di sangue (tachicardia), che il sangue non sia diretto verso la periferia ma verso il centro del corpo (vasocostrizione), e mettendo i muscoli in tensione. Oppure, al contrario, grazie al sistema nervoso parasimapatico, fanno sì che il corpo si rilassarsi e possa svolgere funzioni fondamentali quali la digestione. Tieni a mente queste funzioni che serviranno più avanti.

Tensione muscolare

Ti potrà sembrare strano ma fino a non molto tempo fa non era chiaro cosa si intendesse per tensione muscolare, infatti, è un termine che viene usato in diversi contesti sia clinici (come quando si parla di spasticità), sia in contesti colloquiali e ancora in articoli scientifici che prendono in considerazione una minima rigidità. Solo da qualche anno si è cercato di dare una definizione alla tensione muscolare. Quando si parla di tensione muscolare si intende che un muscolo o gruppo muscolare non riesce a muoversi in tutto il suo range di movimento. Ad esempio se senti che la tensione è alle spalle probabilmente non riuscirai a sollevarle bene sopra la testa. Un’altra caratteristica è che i muscoli rimangono in una situazione di contrazione che non gli permette di allungarsi o accorciarsi in maniera ottimale. La tensione muscolare può anche causare una asimmetria tra le parti del corpo, e può (ma non è detto) causare dolore.

Come sono correlate ansia e tensione muscolare? 

Nella prima parte hai trovato la definizione di cosa si intende per ansia e, in maniera molto semplice e semplicistica, che cos’è il sistema nervoso simpatico. Ovviamente le cose non sono così lineari, o meglio la relazione tra ansia, sistema nervoso simpatico e tensione muscolare non è così lineare come si potrebbe pensare. 

L’attivazione del sistema nervoso simpatico comporta una serie di risposte fisiologiche che si ritrovano qualche volta, ma non sempre, nelle persone con un tratto ansioso. Talvolta l’ansia si manifesta con un battito cardiaco accelerato e una sudorazione abbondante, altre volte solo con una tensione muscolare maggiore. Non c’è ancora una spiegazione per il fatto che a seconda della persona l’ansia si manifesti in maniera diversa. Ma una cosa è certa: anche nella diagnosi del disturbo d’ansia generalizzato, una patologia psichiatrica, uno dei criteri di diagnosi è quello che il paziente riporti al medico tensione muscolare. 

Quindi, nonostante la letteratura scientifica faccia fatica a trovare una risposta univoca al perché quando si prova ansia i muscoli ne risentano diventando tesi, possiamo dire che esiste realmente  una relazione tra le due cose. Come c’è una stretta relazione tra ansia e dolore muscolare. Speriamo che, in un futuro prossimo, si riesca a fare chiarezza sul come mai le cose sono correlate e quali sono i meccanismi che le legano. 

Ma quindi: che posso fare se l’ansia mi assale?

Come sempre questo articolo non vuole sostituire il parere medico e le cure, anche farmacologiche, date in caso di disturbi psichiatrici come disturbo d’ansia generalizzato, attacchi di panico o PTSD. 

Ma se ogni tanto l’ansia ti assale, non sai da che parte girarti non ti preoccupare qui c’è la soluzione che fa per te…

L’ansia è una emozione e come tale è regolata dal sistema nervoso centrale. Gli scienziati hanno, quindi, pensato che magari attività fisica e esercizio fisico, che hanno un effetto benefico sul nostro cervello, potessero essere delle armi vincenti. 

Innanzitutto ti ricordo che attività fisica e esercizio fisico sono due cose simili ma anche diverse: l’attività fisica è un qualunque movimento che comporti un dispendio energetico, mentre l’esercizio fisico è una attività strutturata, pianificata e eseguita regolarmente. 

L’esercizio fisico, quindi, comprende una ampia varietà di proposte: dall’allenamento contro resistenza (con i pesi/elastici o a corpo libero), all’esercizio aerobico a esercizi ad alta, media o bassa intensità. Lo so che ti stai chiedendo: e quindi io che faccio: vado a correre o a sollevare pesi?

Ci sono diversi studi che prendono in considerazione proprio che tipo di esercizio fisico sia maggiormente utile se sei in un periodo in cui l’ansia non ti abbandona. L’allenamento contro resistenza, l’allenamento aerobico e l’allenamento ad alta intensità riducono tutti l’ansia. L’allenamento a bassa intensità, invece, non è così efficace come l’allenamento ad alta intensità, ma, (eh sì c’è un ma), viene portato avanti per più tempo. Gli esercizi ad alta intensità, infatti, non sempre sono ben tollerati, sono più faticosi e quindi vengono abbandonati dopo pochi giorni. 

Ti sarai accorto che qualunque tipo di esercizio fisico risulta utile nel gestire l’ansia. Anche in questo caso non si conoscono i meccanismi per cui questo avviene, ma l’ipotesi più accreditata dice che l’attività fisica stimola la produzione di fattori neurotrofici, ovvero molecole che stimolano il benessere dei neuroni e che permettono la proliferazione di vasi sanguigni (che portano nutrimento ai neuroni e a tutte le cellule che li sostengono), inoltre l’allenamento riduce l’infiammazione e porta alla produzione di endocannabinoidi (molecole del benessere). 

Conclusioni

In questo articolo hai potuto leggere come ansia e tensione muscolare siano realmente correlate, e, nonostante non se ne conoscano bene i meccanismi che le portano a essere legate, hai scoperto che non sei matto se senti i muscoli più tesi in un periodo in cui sei più ansioso. 

Ma hai anche scoperto che, fare esercizio fisico, qualunque tipo di esercizio fisico, sia un toccasana per ridurre l’ansia e la tensione muscolare. La cosa importante è ricordare che puoi scegliere il tipo di allenamento che maggiormente ti aggrada, ma che devi essere costante nello svolgerlo. Quindi quando ansia prende il sopravvento nel tuo centro di comando tu corri ad allenarti… CON GIOIA!

Bibliografia

Aylett, E., Small, N., & Bower, P. (2018). Exercise in the treatment of clinical anxiety in general practice – A systematic review and meta-analysis. In BMC Health Services Research (Vol. 18, Issue 1). BioMed Central Ltd. https://doi.org/10.1186/s12913-018-3313-5

Bhimani, R., Gaugler, J. E., & Felts, J. (2020). Consensus Definition of Muscle Tightness from Multidisciplinary Perspectives. Nursing Research, 69(2), 109–115. https://doi.org/10.1097/NNR.0000000000000404

Connor, M., Hargreaves, E. A., Scanlon, O. K., & Harrison, O. K. (2023). The Effect of Acute Exercise on State Anxiety: A Systematic Review. In Sports (Vol. 11, Issue 8). Multidisciplinary Digital Publishing Institute (MDPI). https://doi.org/10.3390/sports11080145

Gordon, B. R., McDowell, C. P., Lyons, M., & Herring, M. P. (2017). The Effects of Resistance Exercise Training on Anxiety: A Meta-Analysis and Meta-Regression Analysis of Randomized Controlled Trials. In Sports Medicine (Vol. 47, Issue 12, pp. 2521–2532). Springer International Publishing. https://doi.org/10.1007/s40279-017-0769-0

Hoehn-Saric, R. (1998). Psychic and somatic anxiety: Worries, somatic symptoms and physiological changes. Acta Psychiatrica Scandinavica, 98(SUPPL.S393), 32–38. https://doi.org/10.1111/j.1600-0447.1998.tb05964.x

Holwerda, S. W., Luehrs, R. E., Gremaud, A. L., Wooldridge, N. A., Stroud, A. K., Fiedorowicz, J. G., Abboud, F. M., & Pierce, G. L. (2018). Relative burst amplitude of muscle sympathetic nerve activity is an indicator of altered sympathetic outflow in chronic anxiety. J Neurophysiol, 120, 11–22. https://doi.org/10.1152/jn.00064.2018.-Relative

Kandola, A., Vancampfort, D., Herring, M., Rebar, A., Hallgren, M., Firth, J., & Stubbs, B. (2018). Moving to Beat Anxiety: Epidemiology and Therapeutic Issues with Physical Activity for Anxiety. In Current Psychiatry Reports (Vol. 20, Issue 8). Current Medicine Group LLC 1. https://doi.org/10.1007/s11920-018-0923-x

Lucchetti, G., Oliveira, A. B., Mercante, J. P. P., & Peres, M. F. P. (2012). Anxiety and fear-avoidance in musculoskeletal pain. Current Pain and Headache Reports, 16(5), 399–406. https://doi.org/10.1007/s11916-012-0286-7

Pluess, M., Conrad, A., & Wilhelm, F. H. (2009). Muscle tension in generalized anxiety disorder: A critical review of the literature. In Journal of Anxiety Disorders (Vol. 23, Issue 1, pp. 1–11). https://doi.org/10.1016/j.janxdis.2008.03.016

gothamsiti
alfred@gothamsiti.it