Colesterolo cattivo? Sfatiamo qualche mito
Sommario
Sul referto delle analisi del sangue si annidano nomi che incutono timore reverenziale e ci obbligano ad andare dal dottore in punta di piedi, tremando di fronte a valori regolarmente sballati e inspiegabili. Nella lista dei cattivi spicca il colesterolo. Nel corso degli anni abbiamo imparato a chiamarlo “buono” o “cattivo” e ad evitare in serie uova, salami e mille altre cose.
Ma sappiamo davvero cosa sia il colesterolo? Ed esistono davvero quello “buono” e quello “cattivo”?
Un po’ di biochimica (ci tocca!)
Notizia flash: tutti gli esseri umani sono composti da molecole. Di fatto, siamo ammassi ambulanti di chimica organica. Tutti i processi corporei e i loro “ingredienti” sono di natura chimica e corrispondono in larga misura ai nutrienti fondamentali: carboidrati, lipidi e proteine (più un tot di micronutrienti, sali minerali e altre piccolezze, indispensabili ma assunte normalmente a dosi piuttosto basse). Nutrizione e biochimica vanno quindi a braccetto: ciò che mangiamo diventa parte dei processi di regolazione chimica.
Concentriamoci ora sui lipidi. Per “lipidi” si intende un gruppo abbastanza grande di molecole, che include i “lipidi neuri” (quelli che normalmente chiamiamo “grasso” e che vengono accumulati come riserva energetica – ne riparleremo), i fosfolipidi (che costituiscono la membrana delle cellule – in pratica, le tengono assieme), i glicolipidi (necessari per mantenere gli equilibri cellulari) e gli steroidi, che costituiscono molti ormoni e altri segnalatori chimici indispensabili per il corpo.
Il cole-sterolo è uno steroide (ci potevamo arrivare!). Tra le sue funzioni principali si annoverano la costruzione delle membrane cellulari e lo sviluppo degli ormoni steroidei, della vitamina D e degli acidi biliari (necessari alla digestione). Per la maggior parte, viene autonomamente prodotto dall’organismo; in misura minore, viene assunto tramite la dieta.
Contrariamente a quanto molti potrebbero pensare, non esistono due forme differenti di colesterolo, ma una sola! La classificazione in “buono” e “cattivo” non dipende dalla molecola in sé e per sé, ma dal modo in cui viene trasportata.
I viaggi del colesterolo
Il colesterolo viaggia in giro per il corpo per agire dove ce n’è bisogno. A grandissime linee, viaggia dal fegato (dove viene processato) ai tessuti periferici del corpo, seguendo i flussi sanguigni. Un po’ come pacchi di un catering, che vanno dal ristorante al luogo degli eventi seguendo le strade cittadine. Tuttavia, il colesterolo non riesce a viaggiare da solo, ma ha bisogno di un vettore (un po’ come i pacchi che non se ne vanno in giro da soli, ma sono portati da qualcuno). Il motivo è che, per la sua natura di lipide, il colesterolo va poco d’accordo con l’acqua del sangue. Di conseguenza, viaggia impacchettato in lipoproteine, altri composti chimici, in pratica un mischione di proteine, fosfolipidi e colesterolo. Se nel composto risultante ci sono più proteine che lipidi, si dice che la lipoproteina è ad “alta densità” – e viceversa.
Arriviamo quindi a capire le sigle che identificano il colesterolo negli esami del sangue: sono indicazioni sulla densità delle lipoproteine analizzate. Le lipoproteine ad alta densità sono dette HDL (“high-density lipoprotein”), quelle a bassa densità LDL (“low-density lipoprotein”), quelle a bassissima densità VLDL (“very-low-density lipoprotein”) e quelle a densità minima “chilomicroni” (avevano finito le “V”…). Veloce ripasso: le HDL hanno tante proteine e poco colesterolo mentre le LDL ne trasportano poco.
Le LDL, cariche di colesterolo, lo trasportano dal fegato ai tessuti, mentre le HDL lo veicolano dai tessuti al fegato. Tornando alla metafora del catering, è come se le LDL portassero i pacchi belli pieni e pesanti, mentre le HDL riportassero indietro gli “avanzi in eccesso”. Analogamente alla metafora, prodotti e vettori sono gli stessi, ma cambia la densità.
Per queste ragioni, le HDL sono dette “buone” perché rimuovono il colesterolo in eccesso (e perché sono piccoline e con basso rischio di intasare i vasi sanguigni). Invece le LDL sono “cattive” perché distribuiscono il colesterolo e sono grosse, aumentando il rischio di intasare le arterie. Il colesterolo è quindi detto “buono” o “cattivo a seconda della lipoproteina che lo trasporta.
Quando il colesterolo dà problemi?
Come per tutti i composti prodotti dal nostro corpo, anche il colesterolo ha un suo ruolo nel mantenimento della salute. I problemi, piuttosto, insorgono quando ce n’è troppo in circolo, quando il rapporto HDL/LDL si sballa.
In questo caso, viene trasportato più colesterolo di quanto ne verrebbe smaltito. Di conseguenza, potrebbero formarsi accumuli dannosi (ricordiamo anche che le LDL sono relativamente grossine…) che potrebbero bloccare la circolazione sanguigna e danneggiarne i vasi (arteriosclerosi).
A rigor di precisione, non sono le LDL direttamente a creare i danni, ma un processo da esse causato. Quando le LDL si accumulano, il corpo cerca di smaltirle comunque, usando i meccanismi del sistema immunitario. Questi, purtroppo, possono accumularsi sulle pareti arteriose, che diventano più spesse e meno elastiche, fino a bloccarsi. L’ostruzione completa è già dannosa da sé, ma se avviene nel cuore o nel cervello può provocare infarti o ictus.
Ecco perché l’equilibrio del colesterolo va tenuto sott’occhio!
Quali accorgimenti prendere?
Tanto per iniziare, attenzione all’alimentazione. Come accennato, molto colesterolo viene prodotto autonomamente dal corpo (e qui dipendono la genetica, il metabolismo e altri fattori su cui abbiamo poco controllo), ma altro viene ingerito mentre mangiamo. Solo i cibi di origine animale contengono colesterolo; i cibi che ne contengono di più sono, in ordine, uova, frattaglie, burro, lardo, latte e derivati, crostacei e molluschi, carne bianca, dolci al cucchiaio, carne rossa e bianca, pesce. Chi registra alti valori di colesterolo nel sangue dovrebbe ridurre questi alimenti (o ridurne la frequenza), specie se è un “produttore naturale” di colesterolo (eh sì, la natura è a volte ingiusta…)
Esistono alimenti e integratori alimentari che aiutano ad abbassare i livelli di LDL. Essi agiscono o diminuendone l’assorbimento nell’intestino o regolarizzando il rapporto HDL/LDL. Tendenzialmente sono prodotti di origine vegetale, come frutta e ortaggi, in particolare quelli ricchi di polifenoli e acidi grassi polinsaturi (un’altra categoria di lipidi).
Anche lo sport aiuta a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue, in particolare gli esercizi di resistenza (corsa, ciclismo, nuoto) e di forza (come il sollevamento pesi). Non si sa ancora esattamente perché né quali meccanismi siano coinvolti (non si tratta del classico “bruciare i grassi”), ma diversi studi sono in corso. Gli effetti, in ogni caso, sono stati confermati numerose volte. Quindi puoi aggiungere la regolazione del colesterolo ai molti benefici dello sport!
Bibliografia
[1] M. Takemura, Kikuyaro, Office Sawa, “Biochimica”, GEDI News Network, 2022
[2] Mann, Steven, Christopher Beedie, and Alfonso Jimenez. “Differential effects of aerobic exercise, resistance training and combined exercise modalities on cholesterol and the lipid profile: review, synthesis and recommendations.” Sports medicine 44.2 (2014): 211-221.
[3] Cleveland Clinic, “Does exercise lower cholesterol?”, 03/11/2021 https://health.clevelandclinic.org/does-exercise-lower-cholesterol/
[4] Humanitas, “Colesterolo”, https://www.humanitas.it/malattie/colesterolo/ (aggiornato al 16/12/2022)
[5] Pedersen, Bente Klarlund, and Bengt Saltin. “Exercise as medicine–evidence for prescribing exercise as therapy in 26 different chronic diseases.” Scandinavian journal of medicine & science in sports 25 (2015): 1-72.